L’ interruzione di un sogno.
L’autunno mite e soleggiato ci consente di lavorare il terreno e di distribuire il letame ed il compost. Lavori questi, che si riveleranno fondamentali nella gestione dell’annata.
In primavera arrivano le prime piogge che diventano molto frequenti e copiose. Le piante germogliano molto bene, dopo tanta siccità sembrano rinate. Ottime sono anche fioritura e allegagione.
Con qualche difficoltà nella gestione fitosanitaria, tutto procede comunque bene fino a lunedì 24 luglio, quando una perturbazione di una violenza inaudita si abbatte su Cà dei Zago. La grandine è tanta e sparata sulle viti da molto vento.
Il mattino seguente si cammina in vigneto sopra un tappeto di acini d’uva.
ANNATA GRANDINATA
L’annata 2022 è annata rivelatrice: chi negli anni ha saputo alimentare e mantenere una buona fertilità della terra ha raccolto buona frutta anche con condizioni climatiche avverse. Annata di sofferenza, secco e caldo l’inverno, le piante hanno germogliato con la siccità, cosa che è perdurata poi fino alla maturazione dell’uva. Un respiro di sollievo con qualche timida pioggia a fine agosto e poi la vendemmia calda anch’essa.
Il vino è caldo, avvolgente, sostenuto dalla mineralità. Legato al calore, sono carenti le caratteristiche note floreali.
Annata calda e siccitosa.
L’annata 2021 è legata ad una costante disponibilità idrica alternata da sole e luce limpida , aria pulita.
Durante l’inverno freddo, la neve ha coperto le vigne. Fresca anche la primavera che ha causato un ritardo vegetativo, che ha riportato alla normalità lo sviluppo fisiologico delle piante. Il mese di maggio molto piovoso, ha garantito un buon sviluppo delle giovani viti messe a dimora, anche la fioritura è avvenuta con la pioggia. Meglio poi giugno e luglio, per concludere con un agosto e settembre soleggiati, con una vendemmia meravigliosa.
Il vino è teso lineare, floreale, fresco, minerale croccante.
Grande Annata.
L’annata 2020 è caratterizzata da un inverno mite seguito da una fredda primavera che ha portato a un ritardo nel germogliamento. Da fine aprile e maggio poi il repentino innalzamento della temperatura ha portato ad un rapido accrescimento della vite. Agosto infine si è presentato caldo e asciutto e ha portato la vendemmia ad essere inaspettatamente nella norma rispetto al ritardo iniziale.
Il vino si presenta ordinato, piacevole e con una spiccata prevalenza di frutta sul floreale.
Buona annata.
Il 2019 si presenta con un autunno inizialmente mite e soleggiato che ci consente di eseguire le prime lavorazioni del terreno.
La situazione si complica dal 26 al 30 ottobre con l’arrivo di una perturbazione denominata Vaia che riversa a terra 718 mm di acqua in tre giorni, il Piave esonda, Venezia è sotto acqua. Il vento sul monte Cesen tocca i 192 km/h. Nelle Dolomiti vengono abbattuti 42.500 ha di bosco.
Da allora la pioggia e la neve non si vedono più per quasi tutto l’inverno, la terra è secca, la montagna è arancione, bruciata dal sole.
Secca anche la primavera fino al 26 aprile quando arriva una perturbazione e grandina forte nella parte orientale di Valdobbiadene; Ca’ dei Zago, Mariarosa e Bastia sono per fortuna intatte.
Torna poi di nuovo il secco per tutta l’estate.
Clima strano, grandi sbalzi termici e idrici in tutta l’annata.
Riduciamo i tempi di macerazione a 1-2 giorni, il vino acquista verticalità, aromaticità, il fruttato è sostenuto da una piacevole spezia mediterranea, intrigante.
Annata complessa, ma vino di grande personalità.
L’annata 2018 si è contraddistinta per una buona generosità produttiva, grazie alla primavera mite che ha garantito un’ottima fioritura. Risulta un po' compromessa la freschezza, dovuta all’estate molto calda e asciutta. A Valdobbiadene, come nelle Dolomiti, l’inverno è stato siccitoso, quasi privo di neve.
Vino che si è rivelato con il tempo, inizialmente austero.
Annata calda.
Vigneto Mariarosa si trova in località Saccol di Valdobbiadene alla base del “Col Croset”, alla cui sommità si possono riconoscere i resti della Bastia di Mondeserto, antica fortificazione risalente al XII secolo.
La matrice rocciosa su cui poggia il terreno è costituita dalla resistente Glauconia di Belluno a giacitura subverticale. I filari sono intercalati da strati di roccia più sottile appartenenti alla Calcarenite di Castelcucco, entrambe le formazioni rocciose appartengono al gruppo delle Molasse. Il terreno è calcareo.
I filari a girapoggio sono dislocati su tre livelli differenti, collegati da un sentiero. La vigna a circa 250 m s.l.m., si estende per 0,5 ha circondati a nord e a ovest da bosco per un totale di 1,05 ha.